Ci puoi raccontare qualcosa della tua carriera?
Ho studiato medicina all’Università di Zurigo. Poi ho lavorato come assistente internista e capoclinica presso l’ospedale di Wattwil e l’ospedale cantonale di San Gallo. In seguito a una divisione del lavoro professionale e familiare con mia moglie, lavoro per l’OSP dal 2012.

Qual è il tuo lavoro presso l’OSP?
Consulenza telefonica, in loco, chiarimenti preliminari approfonditi di casi con presunzione di errore per conto dei pazienti e/o degli assicuratori di protezione giuridica, consulenza e valutazioni specialistiche nei casi di consulenti OSP. Sostengo inoltre il Consiglio di fondazione nelle dichiarazioni professionali e politiche, rispondo a determinate richieste dei media e rappresento l’OSP presso gli organismi professionali.

Qual è stato l’evento più formativo che hai vissuto all’OSP?
Gli eventi che cambiano la vita durante i trattamenti medici sono spesso formativi per le persone colpite che si rivolgono all’OSP. Ricordo, ad esempio, un paziente che era stato a lungo in terapia intensiva senza ricordare nulla di quel periodo e la cui preoccupazione principale era quella di capire cosa fosse successo esattamente in quel periodo attraverso i documenti.

Qual è stata la tua esperienza più bella all’OSP?
È bello quando chi cerca un consiglio può essere aiutato a fare un passo avanti. Può trattarsi di piccole cose, come quando ho consigliato ai parenti di un paziente più giovane colpito da ictus di sostenere la riabilitazione medica. In generale, è una bella sensazione poter consigliare alle persone a chi rivolgersi per un problema medico specifico.

Se tu dovessi descrivere l’OSP in una frase, cosa diresti?
Per me, l’OSP è un contatto importante per i pazienti in un ambiente medico sempre più complesso.

Cosa vorresti trasmettere ai pazienti?
Non abbiate paura a farvi valere. Fate domande e chiedete un secondo parere. Anche se può essere scomodo interrogare un medico, fatelo per voi e per la vostra salute.