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Non è indifferente come nasciamo

25.4.24
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In occasione della Giornata mondiale della salute, il 7 aprile, abbiamo parlato dell'importanza di un inizio di vita sano, sotto il motto "Inizi sani, futuro pieno di speranza". In quell’occasione abbiamo sottolineato quanto sia fondamentale che le donne e le coppie possano decidere in modo autodeterminato come vogliono essere assistite durante il parto.


Nel nostro lavoro di consulenza constatiamo però ripetutamente che la realtà è spesso diversa: molte madri raccontano di essersi sentite sopraffatte e male informate, soprattutto dopo parti difficili – sia in merito alle procedure mediche, alle complicazioni o alla gestione del dolore. Molte non sapevano cosa le aspettava o si sono sentite sole in momenti critici.


Questo solleva domande centrali: come possono i genitori prepararsi meglio alla nascita? Quali informazioni mancano più spesso? E chi ha la responsabilità di fare in modo che i genitori capiscano cosa succede – anche in situazioni critiche?


Per approfondire queste domande, abbiamo parlato con l’ostetrica Barbara Stocker. Nell’intervista ci offre preziosi spunti sulle sfide dell’assistenza al parto e spiega cosa serve affinché i genitori si sentano al sicuro e ben accompagnati.


1) Quali informazioni specifiche mancano spesso prima e durante il parto e che invece sarebbero importanti per i futuri genitori?

I genitori si preparano in modo diverso alla nascita del loro bambino. Alcuni seguono corsi, si informano in modo approfondito e scelgono consapevolmente dove e come vogliono partorire. Altri preferiscono non sapere troppo, con l'atteggiamento del tipo: "Milioni di donne ci sono riuscite, quindi ce la farò anch'io". In ogni caso, è sempre legittimo chiedere perché viene proposta una certa procedura. In caso di dubbi, è fondamentale chiedere quali sono le alternative, i rischi e i benefici rispetto all'attesa. Se una donna rifiuta un intervento, questo va rispettato. I diritti delle pazienti valgono anche per le donne in travaglio (vedi anche: https://www.bag.admin.ch/bag/it/home/medizin-und-forschung/patientenrechte/rechte-arzt-spital.html). Può essere utile scrivere in un piano del parto ciò che per lei è particolarmente importante.

Le informazioni sulla gestione del dolore sono centrali nella preparazione. Ogni donna dovrebbe riflettere su come intende affrontare il dolore del parto. Vuole cercare di farcela senza farmaci, anche nei momenti più critici? Oppure sa già che avrà bisogno di una peridurale? Questo è un tema da discutere in coppia. Più si è consapevoli dei propri bisogni e più chiaramente li si comunica, più semplice sarà per il personale fornire un'assistenza adeguata.


Per le primipare, è spesso difficile sapere in anticipo cosa sarà importante durante il parto. Donne con esperienze di violenza o abusi sessuali possono trovare insopportabile l'idea di dover sopportare esami vaginali. Queste informazioni sono fondamentali per il team curante.


Per quanto riguarda l'induzione, va considerato che molti parti sono indotti. Gli effetti dei farmaci possono essere improvvisi e intensi, e una donna dovrebbe essere preparata a questo. Esistono anche metodi meccanici di induzione, per i quali è importante spiegare bene che saranno necessari esami vaginali, potenzialmente dolorosi. I genitori devono ricevere tutte le informazioni sul motivo per cui si raccomanda l'induzione.


2) Quali sono le complicazioni più frequenti durante il parto e come influiscono sui genitori?

Per fortuna le complicazioni gravi sono rare. Tra quelle materne più temute ci sono le emorragie gravi e condizioni legate alla gravidanza come la preeclampsia, che può trasformare una donna sana in una paziente gravemente malata. Anche le gravi lacerazioni del perineo, le infezioni o i problemi di cicatrizzazione dopo un cesareo possono avere conseguenze serie sulla salute della donna.

Per quanto riguarda il neonato, complicazioni possibili sono la distocia di spalla, in cui il bambino rimane incastrato nel canale del parto dopo la nascita della testa, o l'ipossia durante il travaglio. Questi eventi possono essere traumatici e scioccanti per i genitori, e spesso richiedono tempo, colloqui e anche supporto terapeutico per essere elaborati.


3) Come preparare i futuri genitori alle possibili complicazioni durante la gravidanza senza generare inutili paure?

Chi è responsabile?Si tratta di un equilibrio delicato tra la fiducia nel corpo e nella sua capacità naturale di partorire, e la consapevolezza del fatto che possono comunque verificarsi complicazioni, seppur rare. Concentrarsi esclusivamente su questi scenari può generare paura e bloccare il processo del parto. È importante che le donne e le coppie parlino apertamente con l’ostetrica o il medico. Solo così possono prendere decisioni informate, basate su ciò che per loro ha più senso.

Una cosa è certa: non esiste una garanzia di un parto perfetto o di un bambino sano. Questo può sembrare duro, ma riflette la realtà: anche nel 2025, la nascita resta un evento imprevedibile. Non tutto è controllabile o pianificabile.

A volte una donna sceglie un cesareo perché non si sente in grado di affrontare il parto. Questa è una decisione personale e, dal punto di vista dell’autodeterminazione, va rispettata. I cesarei su richiesta sono oggetto di discussione, soprattutto in merito alla loro copertura da parte delle casse malati. In questi casi, etica e diritto possono entrare in conflitto. È compito delle ostetriche e dei medici fornire informazioni accurate, ascoltare attentamente e individuare insieme ai genitori ciò di cui hanno bisogno.

Nel migliore dei casi, la conoscenza reciproca tra i genitori e il team assistenziale è tale che la donna può dire: "Qualsiasi cosa accada, so di essere in buone mani". Molte cliniche offrono incontri informativi, mostrano gli spazi e presentano il personale e la filosofia assistenziale. Seguire il proprio istinto può essere utile: mi sento a mio agio qui?

4) Qual è il ruolo di ostetriche e medici nello spiegare ai genitori, nei momenti di stress o in caso di complicazioni, cosa sta succedendo e perché?

Ci sono rari casi di emergenza in cui non c’è tempo per spiegazioni dettagliate – per esempio, in caso di cesareo d’urgenza (detto anche cesareo lampo), in cui il bambino deve nascere in pochi minuti. In queste situazioni, è essenziale effettuare un colloquio successivo per spiegare l'accaduto.


Nella maggior parte dei casi, però, c’è il tempo per spiegare brevemente cosa sta succedendo, quali passi sono necessari e quali sarebbero le conseguenze del non intervenire. È importante ricordare che ogni intervento richiede il consenso della donna, anche in situazioni non previste. Raramente le donne rifiutano un intervento se è in gioco la salute del bambino o la propria. Tuttavia, un rifiuto può mettere il team in difficoltà, perché l’obiettivo è salvaguardare la vita di madre e figlio.


Si discute se una donna in travaglio sia pienamente capace di intendere e volere – ma non esiste ancora una risposta definitiva. Questo è un aspetto che necessita di chiarimenti, anche rispetto al tema della violenza ostetrica.

5) Cosa possono fare i genitori per prepararsi meglio a situazioni impreviste?

Quali risorse sono disponibili (corsi, consulenze, letteratura)?Esistono numerosi corsi di preparazione al parto. Quale sia il più adatto andrebbe chiarito con l’ostetrica. L’ideale sarebbe contattare una ostetrica già all’inizio della gravidanza. Le ostetriche possono fornire informazioni sui corsi disponibili, su quali ospedali offrono ostetriche di fiducia o su dove si trovano le case di nascita.

La Federazione svizzera delle ostetriche offre una sezione per i genitori sul proprio sito, con un motore di ricerca nazionale delle ostetriche e molte informazioni utili.

Anche la Società svizzera di ginecologia e ostetricia fornisce materiale informativo sul proprio sito.

Per il tema del pavimento pelvico, esiste una brochure interdisciplinare elaborata dalla Società svizzera di ginecologia e ostetricia.

In alcune città si tengono corsi di preparazione al parto specifici per donne migranti (vedi anche: https://www.mamamundo.ch/it/).

In Germania esiste Mother Hood e.V., un’associazione di pazienti e genitori molto attiva che si batte per parti sicuri e migliori condizioni nell’assistenza al parto. Sul loro sito si trovano molte informazioni utili, tra cui anche corsi online di preparazione al parto.

Swissmom è una grande piattaforma svizzera che offre ampie informazioni su gravidanza e parto.

6) Quale supporto serve ai genitori per affrontare le conseguenze emotive di un parto difficile o con complicazioni?

Chi può fornire questo aiuto?Durante l’assistenza postparto, spesso le donne raccontano all’ostetrica della loro esperienza del parto – oppure è l’ostetrica stessa a chiedere. La salute mentale fa parte del lavoro dell’ostetrica. Se emerge che il parto è stato vissuto come traumatico, è consigliabile contattare la clinica dove si è partorito. Spesso ci vuole tempo prima che una donna o il partner si sentano pronti a parlarne. A volte basta un colloquio chiarificatore, altre volte serve un supporto psicologico.


L’associazione Depressione postparto Svizzera fornisce molte informazioni e offre un servizio telefonico di consulenza.


Anche l’Organizzazione Svizzera dei Pazienti SPO può essere d’aiuto.


7) Esistono iniziative a livello nazionale per dare ai genitori maggiore autodeterminazione durante il parto?

Non esistono strategie o iniziative nazionali specifiche per promuovere l’autodeterminazione dei genitori durante il parto. Esistono però studi e progetti di ricerca che trattano il tema, con l’obiettivo di migliorare l’assistenza e rafforzare il ruolo dei genitori (vedi anche: Università di Basilea: diritti delle partorienti; Scuola universitaria professionale di Berna: coercizione durante il parto).

Da oltre dieci anni, sempre più donne parlano apertamente delle esperienze negative legate al parto. Durante il "Roses Revolution Day", una giornata di mobilitazione internazionale contro la violenza ostetrica, vengono deposte rose davanti agli ospedali in cui le donne hanno subito violenza. Questi gesti e le testimonianze sui media fanno riflettere e sensibilizzano l’opinione pubblica (vedi anche: SRF: Gewalt unter der Geburt).

Alcuni ospedali stanno rivalutando i propri protocolli, invitando attivamente le donne a colloqui post parto.

In Svizzera manca ancora un’istituzione nazionale che si occupi specificamente di promuovere nascite sicure e tutelare i diritti di donne e famiglie. Le organizzazioni di pazienti possono offrire un certo supporto, ma il tema resta ancora poco affrontato.

Per migliorare l’assistenza ostetrica servono diverse misure: una copertura territoriale adeguata, un miglior rapporto numerico personale-pazienti nei reparti nascita, la raccolta sistematica di dati su lesioni al parto per madre e figlio, e investimenti in un’assistenza basata su evidenze scientifiche. È anche fondamentale rafforzare i diritti di bambini, donne e pazienti, promuovere la prevenzione e la competenza sanitaria. C’è ancora molto da fare in Svizzera.

8) Quali consigli darebbe ai futuri genitori per partecipare in modo autodeterminato al processo del parto, prima e durante la nascita?

Vale la pena cercare fin da subito una ostetrica e prepararsi bene al parto, perché non è indifferente come si nasce.

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